
di Daniele Mosconi
Finalmente le luci si accenderanno all’interno del teatro di Fondi: il 25 ottobre tutto avrà inizio
Durante la conferenza stampa di presentazione si è parlato di scenari inediti che si aprono per la città di Fondi, fatto assolutamente condivisibile che pone di fronte ad una forma di entusiasmo che in una città dormiente può essere visto come molto positivo. Ma cerchiamo di sviluppare in questa sede altri aspetti che viaggiano insieme a queste prospettive sconosciute a queste latitudini
Partiamo da una logica prettamente paesena con il mito del “tutto gratis”, “n vój caccià nu sóld”, per usufruire di tutto e allo stesso tempo poterlo criticare senza pensare all’impegno che i protagonisti ci hanno messo. Qualche volta mi è capitato di parlare con amministratori e lamentare questa logica da paesello, trovando come risposta un avvallo del tutto gratis, tutto libero, di una mentalità che bisogna comprendere; ora non si può più favorire queste logiche di basso cabotaggio, ora bisogna tirare fuori uno spirito nuovo. Amministrare ora viaggerà di pari passo con il formare un’idea nuova di città, svecchiandol quella visione da paesello che ormai è stagnante
Quindi l’apertura del teatro significa uscire fuori da questa logica piccola, provincialotta: con questa struttura che si reggerà sugli incassi, sugli abbonamenti e sulla fiducia delle persone. Non basta un teatro, col suo biglietto d’ingresso a far crescere una città come Fondi, inchiodata da una dormocrazia senza ritorno, ma è di sicuro un primo colpo di piccone sul muro di autoreferenza che ha pervaso per troppo tempo questa comunità. Strutture come il teatro stesso impongono alla cittadinanza un cambio di rotta, uno sguardo più aperto alle prospettive che si aprono. Si cresce in questo modo, attraverso percorsi incentrati a svecchiare, a modellare idee di città più moderna, senza naturalmente perdere le caratteristiche del fondanità – termine così omnicomprensivo che non deve restare però solo campanilismo – ma saper intercettare forme di pensiero meno chiuse al proprio orticello.
Il teatro è cultura, bellezza, sa solo Dio quanto ne occorra di questi tempi. Ma soprattutto lo strumento a disposizione di tutti può dare un impulso ad una cultura del vivere e al dare un’immagine di Fondi meno casareccia, più al passo coi tempi. Strutture simili servono a questo, giova sottolinearlo. Pensare di crescere senza la creazione di opportunità significa restare piccoli in un territorio che viaggia a velocità sostenute.
Se si vuole guardare a scenari inediti bisogna avere il coraggio di uscire fuori da certi steccati, Dante avrebbe detto a riveder le stelle
Foto: teatrionline.it