Memoria è Impegno, nel nome di Giancarlo Siani

di Valerio Iannitti e Gianmarco di Manno

Il 23 settembre di quaranta anni fa, a soli ventisei anni, Giancarlo Siani veniva ucciso nel quartiere Arenella di Napoli, poco prima di dover partecipare ad un concerto di Vasco Rossi.

Scriveva la verità con coraggio, concentrandosi, ad esempio, sugli interessi legati alla ricostruzione post-terremoto e sui rapporti tra camorra, politica e magistratura e per questo è stato assassinato.

Sabato 27 settembre, come Obiettivo Comune, abbiamo convintamente accolto l’invito di Libera e abbiamo ricordato Siani, in qualche modo presente in Piazza Unità d’Italia con la sua macchina da scrivere. 

Abbiamo pensato di farlo ricordando chi scrive con coraggio ancora oggi, e abbiamo scelto le figure di Paolo Borrometi e Giuseppe Tizian, due tra i giornalisti attualmente più impegnati sul fronte antimafia: un bollo, questo, peraltro spesso rifiutato, visto che al riguardo Borrometi, ad esempio, scrive:

“non può esistere nessun giornalista antimafia, anticorruzione, antillegalità. Alcuni cittadini di professione fanno i giornalisti. È solo il loro dovere. Tutto qui”.

Tizian, con il suo libro “Rinnega tuo padre”, ha vinto il premio Siani nel 2018. In quelle righe racconta le storie di minorenni sottratti ai nuclei familiari dei padrini incalliti grazie ai provvedimenti del tribunale di Reggio Calabria che ha stabilito la decadenza della responsabilità genitoriale per alcuni di loro. Una misura forte, ma necessaria, per spezzare la ri-generazione del ciclo di vita malavitoso:

“L’infanzia è una partita a calcio in un campetto improvvisato sotto casa. È trasformare la realtà in uno spazio magico, inventare un passatempo per vincere la noia, disegnare le cose del mondo coi colori preferiti. I pomeriggi con gli amici, i calci al pallone contro i muretti e le saracinesche, le corse a perdifiato sulla spiaggia, le prime borsette luccicanti. La leggerezza dell’esistenza che non pesa, che non provoca senso di colpa, che ci accompagna all’adolescenza. All’età, cioè, dei primi flirt, degli sguardi e dei baci rubati, delle timide dichiarazioni d’amore sul lungomare nelle sere di agosto.

Infanzie e adolescenze normali che ignorano la morte.

Parallele a queste, scorrono fanciullezze e giovinezze armate. Trascorse con fucili, pistole, cocaina e codici del diritto criminale a portata di mano […] Bambini-soldato, come nelle dittature africane. Senza divisa, senza mimetica o anfibi. Qui, a differenza dell’Angola, è tutto più subdolo. L’arruolamento e l’indottrinamento si fanno spacciando per onorevole uno stile di vita abominevole […] Allevano, addestrano e armano, i tutor del crimine organizzato. Terminata la maturazione, inviano i più validi al fronte: sulle strade a imporre la legge della cosca. Come in una guerra”.

Noi di Obiettivo comune abbiamo pensato di ricordare in questo modo Giancarlo Siani, anche perché nel World Press Freedom Index 2025 pubblicato da Reporter senza frontiere (RSF), l’Italia si è classificata al 49° posto, scendendo di tre posizioni rispetto al 2024. Tra le cause dell’arretramento, c’è proprio la precarietà del giornalismo e la situazione dei giornalisti sotto scorta a causa di minacce legate ad inchieste su mafia e corruzione. In particolare, ci sono ben 22 giornalisti sotto scorta per minacce mafiose. La criminalità organizzata non ha smesso di intimidire chi racconta ciò che non dovrebbe essere raccontato.

La memoria non è solo commemorazione. È impegno. È scelta di stare dalla parte di chi non si piega.

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